venerdì 1 maggio 2009

La quantità mi fa male lo so..

Sono alcuni giorni nonostante il buon lavoro e il buon numero di clienti presenti in hotel , che mi prendo un po’ di tempo verso la sera tardi per dare una occhiata ai feed che seguo e ai post degli amici.
Sto cercando di capire dove stiamo andando.
Preso atto dell’inefficacia delle istituzioni, non perché ne parliamo spesso all’interno del blog di Luciano Ardoino, anzi al contrario partecipo a questo blog perché già da prima notavo la totale impreparazione e menefreghismo degli addetti.
Io non sono altro che un piccolo albergatore, mi piace il mio lavoro ma mi sento impotente di fronte alla moltitudine di attori che vivono con il turismo non per il turismo.
Gli attori indiretti non quelli che lavorano sul campo, quelli che dal campo raccolgono frutti per loro stessi senza neanche concimare il terreno, tanto ci pensiamo noi.
Ecco che qui entra a far parte la questione dibattuta spesso in questi ultimi giorni, la veridicità delle statistiche e l’importanza della quantità.
Preso atto anche per esperienza personale dell’inutilità delle statistiche fatte in questo modo senza approfondire con uno studio il perché delle variazioni alla luce di variabili importanti, a volte anche un segno meno può essere positivo.
Mettiamo il caso che una determinata zona ha lavorato sulla qualità dei servizi e di conseguenza con l’innalzamento dei prezzi sarà probabile che vi sarà un segno meno nel numero delle presenze e questo potrebbe essere positivo.
Mi è rimasto impresso un intervento di un esperto straniero al convegno del BTO di Firenze di novembre ( credo ) presentatomi da Roberta Milano, in cui spiegava : meglio lavorare con l’80% di persone a 120 che con il 100% di presenze a 90.
È finito il periodo di una massa unica, bisogna puntare su più piccole e differenziate masse, rendere il turista partecipe ed interessato, dobbiamo preparargli il terreno per scoprire cose nuove uniche.
Mi è piaciuto l’esempio di un esperto turistico spagnolo ed uno delle Canarie che paragonavano il turismo ad un iceberg, quello che il cliente vede è la parte emergente, quella conosciuta ( per esempio il turismo balneare) bisogna dare la possibilità e creare eventi per fare conoscere la parte sottostante al livello visibile dell’iceberg, è li che è nascosta la diversità, la novità ,itinerari, passioni, tutto quello che può fare innamorare il turista, che a questo punto diventa attore , si sente protagonista.
Ecco quello che devono fare i cosiddetti esperti, creare e\o fare conoscere questo mondo nascosto, con tutti i mezzi possibili, solitamente a noi italiani la fantasia e l’inventiva non ci manca, ci mancano persone motivate.
Comincio a capire il perché la Spagna e la Francia ci abbiano superato hanno destination managers che i nostri non gli puliscono neanche le scarpe, giovani interessati, passionali, motivati.
Mi autocito con una frase che mi è uscita bene e che sento molto: "Fondamentale è preparare un prodotto appetibile, visitabile, fruibile, attraente e innanzitutto sincero."
Occorre una ristrutturazione totale del turismosistema non più un turismo di massa ma una massa di turismi dove gli attori sono i clienti stessi e tutto l’indotto che attornia la punta dell’iceberg.
Sarebbe contenta anche la Rossa potrebbe dire abbiamo avuto un 10% in meno di presenze ma un introito superiore del 20%.
Se poi oltre alla qualità e le innovazioni riusciamo ad aumentare anche il numero di presenze, ecco che l’aumento dei ricavi può essere di un più 30/40%.
Plinio

4 commenti:

Unknown ha detto...

"Tornano al libro e cercando di sintetizzarne il concetto di fondo, l’idea di base è che l’Onda anomala riguarda il protagonismo del consumatore il quale, non solo va messo al centro dell’attenzione, ma va a condizionare sempre di più le scelte e l’intera organizzazione delle aziende. Prenderanno peso i customer manager, piuttosto che gli attuali product manager."
A completamento del post vorrei aggiungere questo pezzo letto qusta mattina presto tratto dal post del signor Mauro Lupi in cui si intravedono tratti delle problematiche intraprese ieri nel mio post,
Plinio
http://admaiora.blogs.com/maurolupi/2009/05/l-onda-anomala-charlen-li-josh-bernoff.html

Luciano Ardoino ha detto...

"Ecco che qui entra a far parte la questione dibattuta spesso in questi ultimi giorni, la veridicità delle statistiche e l’importanza della quantità."

Ecco, caro Plinio, hai centrato il grande problema.
I francesi hanno dimostrato che le statistiche sono basilari per capire dove e cosa vuole il cliente, non che sia difficile ma il mutamento è sempre dietro l'angolo, sia quello delle destinazioni come il cosa proporre per concorrenziare gli altri. Ci salva la nostra, diciamo immaginazione, fantasia o inventiva. Cosa che il Peres (quello dei 21) ha rifiutato a priori perchè improduttiva, dice lui. Questo la spiega molto lunga sulla qualità dell'insegnamento nazionale e quindi sui prodotti che escono dalle famose scuole.Il resto del tuo articolo è fondato sulla qualità di cui un tempo eravano fautori ed attori principali ma che le istituzioni e i presunti conoscitori (politici) hanno completamente compromesso poichè tra di noi operatori è arrivato il qualunquismo succube delle decisioni governative. Quanti blog sul turismo vanno contro le istituzioni? Ben pochi e questo vuol dire che non siamo in grado di dimostrare che stanno sbagliando, che non abbiamo armi o conoscenze sufficienti per contrastare la loro nullità, e loro sogghignano.
La soluzione è talvente ovvia ma ci sono quegli interessi che forse noi non riusciremo mai a capire. E' la politica, caro amico.

Unknown ha detto...

ho sentito che Vavassori il portiere si è risentito, loro hanno studiato io ho fatto le scole basse, però mi piacerebbe disquisire con cotanto personaggio, mi piacerebbe fare un incontro face to face vorrei capire cosa sta andando a fare se lo sa, bene non prende un soldo, ma forse non li prende perchè va a fare un giro di piacere., o forse perchè sa che andrebbe a rubarli Non pensare che queste parole siano dettate dall'invidia o quant'altro, mi hanno spesso chiesto di fare parte della pres, degli albergatori o di altro, no io sono un cane sciolto devo mordere non posso vedere l'arroganza e la spocchia di gente da salotto, io sono per il fare, io rischio di mio,loro rischiano di nostro,non sono e non saranno questi che faranno la storia del nuovo turismo al massimo faranno la storia di Pinocchio diranno tante bugie e gli si allungherà il naso
Plinio

Luciano Ardoino ha detto...

Si direbbe di si, si è offeso ma credo che Rembrandt ne sia uscito molto bene. Lo scopo non era offenderli ma evidenziare che poi vengono incaricati lautamente di programmi o altro nel settore turistico che non producono mai niente.
Quando sono rientrato in Italia volevo terminare gli studi ma dopo due o tre colloqui con dei Magnifici Presidi di Università del settore e avendo evidenziato l'inutilità dei programmi visionati ho deciso di soprassedere.
Personalmente ho dovuto sostiutuire molte volte questi signori pluri istruiti e molti li ho avuti come direttori d'albergo. Ebbene i problemi mi arrivavano sempre dagli hotels che gestivano loro e quasi mai in quelli dove inserivo delle persone che ritenevo meritevoli, anche senza esagerato studio. Credo e sono anche convintissimo che il merito non abbia sempre la necessità o l'obbligo d'essere sempre accompagnato dallo studio. Se c'è tanto meglio ma deve essere obbligatoriamente inserito nel cranio giusto.
Salutoni
luciano