giovedì 8 gennaio 2009

Il figlio dell’albergatore

o avevi una pensione di 20 camere o un hotel di 70 o più camere eri sempre il figlio dell’albergatore.
L’esplosione del turismo dopo il boom economico del dopoguerra faceva di questa categoria una categoria fortunata alla pari di quella dei bagnini, e di conseguenza di tutta la filiera.
Tutta la famiglia partecipava alla gestione dell’azienda ,il babbo in sala a servire e ad intrattenere i clienti, la mamma ai fornelli ,i figli chi più e chi meno ad aiutare
Le vacche erano grasse,i margini erano cospicui ,la gente semplice cordiale i clienti si divertivano, gli alberghi si riempivano in modo inspiegabile, quasi nessuno faceva pubblicità, il cliente sempre e prima di tutto; d’inverno con una valigia di depliant si partiva per il nord Europa marketing da esportazione.
Il passaparola, le agenzie i primi cral aziendali italiani,che dirottavano verso l’adriatico la quasi totalità dei loro clienti, si riempivano le camere sino all’entroterra ,mi è capitato di paragonare in un precedente post il cielo sopra Cattolica in estate a quello di Heathrow.
La scoperta del libero amore per mezzo delle valchirie del nord, la libertà vissuta sempre con il rispetto degli altri,la musica come aggregante,gli anziani maestri di vita e rispettati, la semplicità nel vestire e nei costumi ( non da bagno), gli hotel confortevoli per quei tempi,i bidet non erano sempre presenti tanto gli inglesi non li usavano; quando gruppi di ragazzi si accontentavano di dormire anche in 10 nella stessa stanza, ed un bagno poteva bastare anche per più camere; più si era più ci si divertiva ,eravamo elevati alla decima potenza a confronto di quello che può essere Ibiza o Mikonos adesso.
Il tutto si è sviluppato in modo naturale: dopo la televisione,il frigorifero la macchina anche l’intera Europa ha conosciuto la vacanza, che prima era solo priorità di ceti più abbienti, e l’importanza della vacanza.
La Riviera Adriatica per mezzo di questi pionieri si è trovata ad essere il sinonimo di vacanza.
Ha vissuto di rendita in maniera progressiva ed in continuo sviluppo sino ai primi anni ottanta.
Era normale che l’espansione non fosse infinita, anche perché le tendenze, le nuove disponibilità economiche, nuovi competitors,si sono inseriti con rinnovata forza.
Questa breve e parziale ricostruzione storica del nostro turismo vuole servire a creare un breve preambolo ed un po’ di curiosità per condurci al turismo d’oggi ,per poi cercare di leggere in quello futuro.
Non è assolutamente nostalgia, sono contentissimo di aver vissuto quegli anni, e mi sarebbe piaciuto che anche mio figlio li avesse potuti vivere, punto e a capo.
E’ impensabile che si cerchi di ripeterli, sarebbe l’errore più grave; però degli spunti e delle idee vanno riproposti, specialmente ritrovare quell’Umanità che scorreva negli animi della gente.
Il prossimo post ci porterà dagli anni ottanta ai giorni nostri.
Poi cercherò e cercheremo ,spero nella partecipazione e l’aiuto di chiunque voglia mettere le proprie idee e collaborazione ,di intuire nuove prospettive.
E come quella volta il turismo è esploso dal basso, anche ora dobbiamo essere noi, sul territorio a rinvigorirlo; tutte le componenti e senza gelosie. Una volta si teneva la chiave fuori alla porta che rimaneva aperta, non si aveva paura del vicino, c’era concorrenza, ma rispetto , magari ci si aiutava, così era la cultura da cui è nato il nostro turismo.
Teniamo ancora la chiave fuori della porta.

Plinio

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